Tullio Regge (1931-2014) è stato un fisico, matematico, accademico italiano e membro del Parlamento Europeo fino al 1994. Membro del Comitato d’Onore dell’Associazione Internazionale Magna Grecia, presieduta dal suo caro amico il giornalista per la Rizzoli Corporation e corrispondente da New York, Gino Gullace, conosciuto negli anni della Princeton University.
Tullio Regge nacque a Torino e già da bambino manifestò una spiccata predisposizione per la matematica e le scienze, incoraggiato dal padre, geometra e fervido autodidatta in fisica.
Visse a pieno quello che fu il Secondo scontro mondiale, ove il collasso del tessuto sociale e le violente rappresaglie antifasciste cui assistette Regge, ebbero su di lui un’influenza profonda, tanto che segnarono il suo futuro spirito politico da europeista.
Si laureò in fisica a Torino nel 1952 con Mario Verde e Gleb Wataghin, per frequentare in seguito la Rochester University, New York, dove conseguì il dottorato di ricerca in fisica sulle particelle di spin 2.
Regge non fu solo un fisico, bensì anche un matematico, e ciò gli consentì di iniziare una proficua collaborazione con Jhon Wheeler, fisico teorico statunitense nonché grande personaggio scoppiettante ed estroso che aveva chiarito aspetti fondamentali della Relatività Generale. I due affrontarono insieme un problema relativo alla stabilità di un Buco Nero alle perturbazioni esterne, sviluppando il primo calcolo perturbativo applicato ad una ‘stella oscura’, ricavando così l’equazione oggi nota come Regge-Wheeler, che governa le perturbazioni assiali di un buco nero.
La notorietà internazionale di Regge giunse grazie ad un contributo scientifico nell’ambito della meccanica quantistica concepito nel 1959, durante un semestre trascorso al Max Planck Institute di Monaco, diretto da Werner Heisenberg. Nel corso di questa collaborazione Regge dimostrò che l’ampiezza di diffusione relativa alla collisione tra particelle elementari può essere espressa come una funzione analitica del momento angolare esteso al campo dei numeri complessi, e che le posizioni dei ‘poli’ della funzione determinano la legge di crescita di tale ampiezza. I “poli di Regge”, come vennero chiamati, costituiscono uno strumento estremamente potente per il calcolo delle sezioni d’urto dei processi tra particelle ad alta energia. In particolare, tali poli, estesi al caso relativistico, costituirono un elemento essenziale per le ricerche di Gabriele Veneziano, dieci anni dopo, e per la successiva formulazione dell’Ipotesi delle Stringhe.
L’eccellenza di Regge venne premiata nel 1961 dall’Università di Torino, che istituì la prima cattedra di relatività, appositamente per lui. Fu infatti a partire da quegli anni che iniziò la collaborazione, presso l’istituto di Fisica di Torino, con Alessandro Bottino, Anna Longoni, ma soprattutto Vittorio De Alfaro, con cui a Princeton scrisse un libro sulla teoria quantistica delle collisioni “Potential scattering” e con Giorgio Ponzano, con il quale invece Regge formulò uno dei primi modelli di gravità quantistica, denominato in seguito “modello Ponzano-Regge”.
Nei medesimi anni, Regge definì quello che oggi è noto come “Calcolo Regge”, formulazione discreta della Relatività Generale basata sui simplessi, che lo portò ad introdurre la nozione di Gravità Discreta, da intendersi quest’ultima quale uno dei primi modelli di Teoria di Gauge su Reticolo.
Gli studi di Regge si svilupparono per tutto il corso della sua vita tra Europa e Stati Uniti. Nel 1963 fece ritorno negli USA e, prima alla Princeton University e poi all’Institute for Advanced Study per volere di Robert Oppenheimer, divenne membro di questo istituto nel 1964 e rimanendo tale fino agli anni ’80. In questo secondo periodo americano, in collaborazione con Wheeler e Remo Ruffini, Regge fornì ulteriori importanti contributi all’astrofisica relativistica e alla geometrodinamica di Wheeler.
Tullio Regge era senz’altro una persona poliedrica che all’impegno come scienziato e ricercatore affiancò un’intensa e autorevole attività come divulgatore e pensatore. Soprattutto nel corso degli anni ’80 partecipò attivamente alla vita culturale e al dibattito pubblico in Italia, attraverso la pubblicazione di numerosi articoli su riviste e quotidiani, e anche mediante conferenze e interventi in programmi televisivi, dove espresse il proprio pensiero su tematiche d’interesse sociale quali la bioetica e la questione energetica. Queste comparse pubbliche gli diedero una notevole visibilità e col tempo anche una certa connotazione politica.
Maturò gradualmente la decisione di candidarsi come indipendente alle elezioni europee nel giugno 1989, tra le file del Partito Comunista Italiano, dove fu il quarto più votato (dietro ad Achille Occhetto, Giovanni Goria e Bettino Craxi) e fu eletto membro del Parlamento Europeo, rimanendo in carica fino al 1994.
Il suo impegno politico si concentrò principalmente sul problema energetico: sostenne una posizione di razionalizzazione delle risorse, proponendo un minore ricorso all’importazione di energia dall’estero a fronte di un migliore sfruttamento delle centraline idroelettriche, dell’uso di energie alternative e di tecnologie di risparmio e riqualificazione energetica, quale la cogenerazione negli impianti domestici e industriali.
Si impegnò anche sul problema della disabilità, introducendo molti ausili speciali per handicappati. Fu membro del Comitato per la Ricerca e la Tecnologia e si occupò anche di UFO producendo un lavoro che venne adottato all’unanimità benché più avanti un paio di laburisti lo criticassero aspramente per il tempo perduto.
Rientrò nel 1994 e passò al Politecnico, suo luogo d’origine, con tutti gli onori dedicati ad un grande uomo che non fu mai tronfio e sapeva come parlare con ciascuno.
Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricevette dall’Heinemann del 1964 al Città di Como del ‘68, all’Einstein del 1979, al premio Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1988, al Marcel Grossman nel 1997 e al Pomeranchuk del 2001, e sulle medaglie, Cecil Powell (1987) e Dirac (1996).
Oltre che socio nazionale di molte Accademie italiane ed estere, compresa quella russa ex sovietica, va notata la sua lunga ed attivissima presidenza della Associazione di Ricerca e Prevenzione Handicap.
Tra un infinito numero di articoli su scienza, cultura e handicap c’è l’intervento sulla Repubblica del 17 aprile 2001 sul “progresso a rischio zero”.
Scrisse anche una serie di libri dedicati a questioni scientifiche ma diretti a tutti come il “Dialogo” con Primo Levi (1987), Cronache Dell’Universo (1981), Le meraviglie del reale (1987), Gli eredi di Prometeo. L’energia nel futuro (1993), L’Universo senza fine. Breve storia del Tutto: passato e futuro del cosmo (1999), Lettera ai giovani sulla scienza (2004).
Si spense all’età di 83 anni, il 23 Ottobre del 2014.
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