Richard Newton Gardner (1927-2019) è stato un diplomatico e accademico statunitense, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia dal 1977 al 1981.
Nonostante fosse nato a New York, Gardner amava l’Italia e gli italiani, soprattutto Venezia. Sposò Danielle Luzzatto, figlia di un industriale veneziano, rifugiatasi da ragazza negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali del ’38 contro gli ebrei.
Dopo la laurea all’università di Harvard e il perfezionamento a Yale, nel 1954 Gardner conseguì il dottorato di ricerca in Economia ad Oxford la cui tesi divenne poi un libro nel 1969, “Sterling-Dollar Diplomacy: The Origins and the Prospects of Our International Economic Order” (Diplomazia dollaro-sterlina: le origini e le prospettive del nostro ordine economico internazionale). Nel triennio successivo, fece pratica legale in uno studio di New York iniziando a collaborare con la Columbia University.
Di orientamento politico democratico, nel 1961 ricevette i primi incarichi pubblici come Vicesegretario di Stato con le amministrazioni Kennedy e Lyndon Johnson, per gli affari delle organizzazioni internazionali. In seguito, venne nominato Ambasciatore in Italia dal presidente Jimmy Carter, nel marzo 1977. Con l’elezione del presidente repubblicano Reagan, cessò l’incarico il 27 febbraio 1981, sostituito da Maxwell M. Rabb.
Gardner è stato un diplomatico che ha avuto un ruolo cruciale negli anni difficili delle Brigate Rosse, del sequestro Moro -sul quale svolse azioni riservatissime per conto dell’Amministrazione americana – della crisi economica e dell’ascesa del Partito Comunista Italiano (PCI).
Gardner è ricordato soprattutto per aver tentato di aprire un dialogo proprio con il PCI e per essere stato il primo Ambasciatore USA a concedere il visto a Giorgio Napolitano all’epoca “Ministro degli Esteri”, di cui poi divenne buon amico. Moro non era stato ancora rapito ma erano già gli “anni di piombo”. Ricordi ed esperienze del suo impegno nell’Italia di quel difficile periodo furono trascritti da Gardner nel volume “Mission: Italy. On the Front Lines of the Cold War, gli anni di piombo raccontati dall’ambasciatore americano a Roma, 1977-1981”, edito nel 2004.
Gardner ha dedicato più di mezzo secolo a forgiare la politica estera degli Stati Uniti e a formare generazioni di politici americani. Professore emerito di Diritto e organizzazione internazionale, alla Columbia era noto per il seminario sugli aspetti legali della politica economica estera degli Stati Uniti e per aver formato quello che il Chronicle of Higher Education ha descritto come “un network globale di legislatori, diplomatici e leaders nel campo degli affari e della politica”. Il seminario durò dal 1955 al 2012, quando Gardner si ritirò in pensione.
È stato anche uno dei fondatori e un attivo sostenitore, dal 1982 al 1993, delle attività dell’Aspen Institute Italia, un’associazione privata, internazionale, apartitica e senza fini di lucro la cui missione è l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese, che, attraverso il libero confronto di idee e provenienze diverse, promuovere valori, conoscenze e interessi comuni.
Dopo aver lasciato Roma nel 1981, Gardner fu advisor di Al Gore sulla politica estera durante la sua campagna presidenziale del 1988 e di Bill Clinton nel 1992. L’anno seguente, il Presidente Clinton lo nominò Ambasciatore a Madrid, in Spagna, incarico che mantenne fino al 1997. Nel nominarlo, Clinton descrisse l’Ambasciatore Gardner come “un’autorità riconosciuta a livello internazionale in materia di diritto internazionale, problemi economici internazionali e relazioni USA-Europa”.
Tra le sue pubblicazioni, oltre ad articoli su quotidiani quali Washington Post, New York Times e Wall Street Journal, sono prevalenti quelle sulla politica e l’economia internazionale. Era un grande sostenitore delle istituzioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, e del ruolo da esse ricoperto nell’affrontare le crisi globali come il degrado ambientale, tema che gli stava particolarmente a cuore.
Profondo conoscitore e sostenitore della cultura italiana, da diplomatico americano in Italia, Gardner invitò all’Ambasciata importanti esponenti della vita culturale e artistica del Paese, tra cui Federico Fellini, Leonardo Sciascia e Alberto Moravia, in precedenza omesso nelle liste di invitati ufficiali a causa delle sue simpatie politiche di sinistra. Gardner si impegnò anche per ottenere fondi per formare insegnanti italiani di inglese e insegnanti di italiano di lingua inglese, cercando di aumentare il numero di testi americani disponibili ai lettori italiani.
Dal 1974 al 2005, Gardner fu membro della Commissione Trilaterale, un think tank non governativo di cooperazione tra Europa, Giappone e Nord America; membro dell’American Philosophical Society e del Council on Foreign Relations e membro dell’ International Advisory Board del Banco Santander Central Hispano. Ha fatto parte dell’International Capital Markets Advisory Committee della Borsa di New York ed è anche stato Presidente dell’American European Community Association-USA e Vicepresidente della American Ditchley Foundation.
Si spense in una notte di febbraio del 2019, nella sua casa di New York sulla Fifth Avenue.
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