Peter Finley Secchia (1937 – 2020) è stato un politico, imprenditore e Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia dal 1989 al 1993. Dal 1990 ha fatto parte del Comitato d’Onore dell’Associazione Internazionale Magna Grecia presieduta da Nino Foti.

I nonni paterni, Pietro Secchia e Regina Occhiena, entrambi di origine piemontese, lasciarono l’Italia quando avevano 16-17 anni con solo 30 dollari per iniziare una nuova vita. Una volta giunti ad Ellis Island, presto si sposarono trasferendosi più a nord, a Demarest, nel New Jersey. Lì il nonno Pietro avviò la sua attività di pane, uova e caffè importato, arrostendo i chicchi di caffè nel garage di famiglia e smistando le uova nella cantina.

Cesare (Charlie) Secchia, figlio del nonno Pietro divenuto contabile per Duree Motors (Studebaker) a Hillsdale, NJ., sposò Valerie Margaret Smith, figlia di Finley Victor Smith di origini olandesi, tedesche, inglesi, scozzesi e indiane americane.

Nell’aprile del 1937 nacque Peter Finley Secchia.

Distinto uomo d’affari, filantropo e leader della comunità, Secchia è cresciuto a Tenafly, nel New Jersey, ed ha prestato servizio nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti dopo il liceo. Dopo la laurea presso la Michigan State University nel 1963 è entrato a far parte di Universal Forest Products (ora UFP Industries) come venditore. Alla fine, è diventato CEO e presidente del consiglio, trasformando UFP in una società Fortune 500.

Di orientamento politico repubblicano, organizzò diverse raccolte di fondi per il partito. Amico personale del presidente Ford, fu membro della Commissione esecutiva della Gerald R. Ford Foundation che, nel Michigan, gestisce un museo e una biblioteca dedicati all’ex presidente.

Fu nominato ambasciatore in Italia dal repubblicano George H. W. Bush, il 23 giugno 1989. Un quarto di secolo di militanza nel Partito Repubblicano, durante la campagna elettorale del 1988 Secchia aveva sostenuto la candidatura di George H. W. Bush che poi lo aveva chiamato a rappresentarlo in Italia dopo la vittoria alle presidenziali contro Michael Dukakis. L’Ambasciatore aveva poi lasciato la capitale il 20 gennaio 1993, il giorno dell’insediamento del successore alla Casa Bianca Bill Clinton dichiarando che il suo amore per l’Italia sarebbe rimasto per sempre. È stato infatti insignito del più alto riconoscimento di servizio pubblico italiano, il “Cavaliere di Gran Croce”. Ha anche ricevuto il Distinguished Honor Award del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, un riconoscimento notoriamente conferito per i risultati di notevole importanza nazionale o internazionale.

Noto per le sue innumerevoli iniziative filantropiche, Secchia è stato membro del consiglio della National Italian American Foundation (NIAF) ed è stato presidente fondatore della West Michigan Lodge of the Order of Sons of Italy in America (OSIA). Nel 2000, con il suo sostegno finanziario, la NIAF ha lanciato il Gift of Discovery Program, che ha inviato oltre 800 studenti italo-americani di età compresa tra i 18 ei 23 anni, nel loro primo viaggio in Italia.

È entrato a far parte del Board of Trustees della John Cabot University (JCU) nel 1995, prestando servizio fino al 2004. Grande benefattore dell’Università, le sue generose donazioni hanno portato alla creazione del Secchia Public Affairs and Communications Center e al rinnovamento dell’auditorium noto come “Aula Magna Regina”, così chiamata in onore di sua nonna. Ha anche finanziato il programma “Secchia Scholars”, che comprende cinque tipi di borse di studio per studenti di master, laureati e studenti di studio all’estero che si candidano per JCU.

“Peter Secchia era un grande amico e benefattore della John Cabot University e un amato membro del Consiglio di fondazione”, ha affermato il presidente della JCU Franco Pavoncello. “Durante il suo mandato come Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, ha svolto un ruolo importante nell’approfondire l’amicizia tra i due paesi”.

Nell’ottobre 2012 gli fu attribuito alla Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia U.S.A. che promuove la cultura americana in Italia e l’amicizia tra Italia e Stati Uniti senza implicazioni commerciali ed economiche.

Secchia si è spento nell’autunno del 2020 a causa del Covid-19.

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