Mario Matthew Cuomo (1932 –2015) è stato un avvocato e politico italo americano, esponente di punta del Partito Democratico e Governatore dello Stato di New York dal 1983 al 1994. Nell’ottobre 1992, in occasione del proclama con il quale dichiarò ottobre il “Mese della cultura e del retaggio italiano”, celebrato nella Vanderbilt Hall della New York University unitamente alla partecipazione dell’Associazione Internazionale Magna Grecia, il governatore Cuomo ricordò:
“Noi italo-americani camminiamo sulle spalle di giganti, due tipi di giganti: i grandi italiani come Michelangelo, Leonardo, Galilei, e anche coloro che ci hanno preceduti in questa terra: nonni per alcuni, genitori per altri, fratelli, sorelle. Essi ci hanno spianato la strada per divenire quello che siamo; grazie a loro abbiamo oggi un giudice quale Edward Re, già Presidente della Corte Commerciale Internazionale degli Stati Uniti; un senatore, del calibro di John Marchi; un manager, come Lee Jacocca; un Joy Oliva, Presidente della New York University”.
Mario Cuomo nacque a Briarwood, un quartiere del Queens (New York), figlio di immigrati italiani, Andrea Cuomo ed Immacolata Giordano, originari rispettivamente di Nocera Inferiore e di Tramonti, ambedue in provincia di Salerno.
Conseguì il suo titolo di bachelor nel 1953 e la laurea in Legge nel 1956 alla St. John’s University.
Divenne un nome noto a New York negli anni Settanta quando cominciò a rappresentare legalmente alcuni cittadini residenti nella zona di Forest Hills, una zona abitata da persone con alto reddito, famosa per ospitare i tornei degli US Open di tennis. Questi si opponevano alla costruzione di un massiccio complesso di edilizia popolare nel vicinato. Si candidò quindi alla carica di lieutenant governor nel 1974 ma non venne eletto. Fu però nominato segretario dello stato di New York dall’allora Governatore Hugh Carey, nel 1975.
Venne sconfitto da Edward Koch nelle primarie dei Democratici del 1977 all’elezione alla carica di sindaco di New York, ma venne comunque candidato dal minoritario Liberal Party of New York. Presentandosi all’elezione generale, Cuomo venne sconfitto di nuovo da Koch. In seguito, venne eletto lieutenant governor nella squadra del governatore Carey nel 1978.
Divenne Governatore dello Stato di New York nel 1983, sconfiggendo dapprima Ed Koch nelle primarie del Partito Democratico e successivamente vincendo sul candidato repubblicano Lewis Lehrman nell’elezione generale. Venne poi riconfermato Governatore vincendo nettamente le due elezioni seguenti, totalizzando così tre mandati consecutivi dal 1983 al 1994.
Mentre era Governatore, Mario Cuomo portò sempre avanti – tra le altre – due grandi battaglie: quella contro la pena capitale e contro le armi. Proprio la lotta contro le armi lo ricollegava alle sue origini, agli insegnamenti dei suoi genitori, trasferitisi a New York in cerca di fortuna. Quando era bambino – amava ricordare – la mamma lo portò in un negozio di giocattoli e gli disse che era libero di scegliere quello che più gli piaceva e la sua attenzione cadde una pistola. Ma la madre non fu d’accordo e gli ordinò di rimetterla immediatamente al suo posto spiegandogli che le pistole erano solo per i poliziotti e per i delinquenti. Queste parole divennero la base dei suoi pensieri e delle sue azioni politiche verso l’uso delle armi e della pena di morte. Cuomo ha sempre sostenuto che una società civile si basa sulla legge e sulla giustizia, non sull’odio e la rabbia.
Una famiglia, quella dei Cuomo, che ha portato e porta in alto il nome di Tramonti e della costiera amalfitana nel mondo.
Dette voce ai valori del progressismo liberal, dichiarandoli così nel suo discorso d’insediamento nel 1983: “Questo stato ha sempre guidato gli altri nel mostrare come un governo possa essere utile per i cittadini”. Lui chiamava questo approccio “progressismo pragmatico”.
Nella memorabile orazione alla convention dei Democratici del 1984, a San Francisco, sfidò Reagan:
“Signor presidente”, disse Cuomo, “dovreste sapere che l’America somiglia più al Racconto di due città” – facendo riferimento al romanzo di Dickens sulle città divise tra ricchi e poveri – “che a una luccicante città su una collina”.
Per le sue vedute politiche di stampo liberale, in particolare la sua strenua opposizione alla pena di morte, venne sconfitto da George Pataki nella valanga elettorale pro-repubblicana del 1994, che diede luogo ad una maggioranza repubblicana sia al Senato che alla Camera dei rappresentanti. La pena di morte venne infatti ripristinata dal governatore Pataki, l’anno dopo la sconfitta di Mario Cuomo, anche se non venne mai resa effettiva con una legislazione di accompagnamento che stabilisse procedure, circostanze e tempi di applicazione, ed il suo statuto fu dichiarato incostituzionale dalla Corte d’Appello di New York nel 2004.
Si spense nel 2015, all’età di 82 anni a seguito di un’insufficienza cardiaca.
- L’Associazione Magna Grecia presente ai Columbus Award, New York: nella foto sopra a sinistra, un momento della cerimonia; nella foto, Nino Foti con il governatore dello Stato di New York, Mario Cuomo. Dicembre 1992.
- La menzione d’onore di Andrew Cuomo, Governatore dello Stato di New York, 2016.
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