Gerardo Sacco (1940) è un orafo e imprenditore italiano, fondatore dell’omonima azienda di gioielleria che ha sede a Crotone.

Ha realizzato le pregevoli targhe di tutte le edizioni del Premio Internazionale Magna Grecia che l’omonima Fondazione, presieduta dall’On. Nino Foti, ha consegnato, in trent’anni di iniziative nazionali ed internazionali, alle personalità italiane e italiane di origine residenti all’estero, a riconoscimento dell’identità magnogreca e del loro contributo al rafforzamento delle relazioni culturali tra l’Italia e le nuove terre d’adozione. Nel 2004, in occasione della Settimana della Magna Grecia a Buenos Aires, la stessa Associazione Internazionale ha conferito il medesimo Premio al Maestro orafo, proprio a riconoscimento della sua capacità di interpretare, con i suoi gioielli, le espressioni artistiche del passato, rendendole moderna testimonianza della cultura millenaria della Magna Grecia.

Gerardo Sacco nasce a Crotone e ancora adolescente intraprende il difficile mestiere di orafo, trovando lavoro presso un piccolo laboratorio dove scopre la sua vera vocazione: plasmare e modellare l’oro e l’argento. Dopo aver appreso i fondamenti dell’arte orafa, si reca a Valenza per migliorare e perfezionare le tecniche e i processi di lavorazione dell’oro. Tale esperienza lo arricchisce e lo spinge a ritornare nella sua città per fondare la propria “ditta artigianale”.

Nel 1963 inizia la produzione aziendale, recupera i processi di lavorazione del passato e si specializza in uno stile che affonda le proprie radici nella cultura magno-greca nonché nella tradizione contadina del Mediterraneo. Nello stesso anno realizza il suo primo campionario, con il quale conquista il primo premio alla mostra dell’artigianato orafo di Firenze e l’Oscar dell’Artigianato alla mostra di Sanremo. Questi primi successi nazionali pongono Sacco all’attenzione del settore orafo per prodotti originali e nettamente distintivi, rendendolo oggi l’orafo calabrese più noto in Italia e all’estero, in virtù anche della sua particolare affinità con personaggi della cultura e dello spettacolo.

A partire dal 1966, Sacco percorre tutte le tappe più significative del successo e dell’affermazione, sia a livello nazionale che internazionale. Svolge la sua attività a Crotone, in quella che egli stesso ama definire la sua “bottega”, proprio per sottolineare il carattere artigianale e minuzioso della lavorazione dell’oro, dell’argento e delle pietre preziose, anche se in realtà si tratta di una moderna azienda dal marchio affermato in gran parte del mondo.

La creatività di Gerardo Sacco è assolutamente originale e personalissima, infatti le sue opere non possono essere facilmente etichettate dalla critica e dagli esperti all’interno di una sola e determinata categoria; egli spazia continuamente alla ricerca e alla riscoperta delle affascinanti tracce del passato, traendo ispirazione in prevalenza, dall’arte magno-greca e bizantina, rinascimentale, barocca e déco. Le sue opere sono il risultato di un pluridecennale lavoro di ricerca, portato avanti con rigore ed innata sensibilità estetica, fino a sentirsi quasi un archeologo o meglio un antropologo, che riesce a recuperare lavorazioni, tecniche, forme e materiali propri di quel crocevia di culture che la Magna Grecia ha rappresentato nella storia delle antiche civiltà del Mediterraneo. Riportando alla luce questo patrimonio ricco ed eterogeneo per trarre ispirazione, Sacco lo ricrea e, forse proprio per questo, i suoi monili sembrano riapparire in tutta la loro magnificenza dopo secoli di oblio.

Nel 1986 Franco Zeffirelli gli affida la creazione dei gioielli per il suo Otello, con Katia Ricciarelli e Placido Domingo. Il sodalizio artistico fra i due prosegue nel 1988, per il film “Il Giovane Toscanini”, interpretato da Elizabeth Taylor e Thomas Jowel. Nel 1991 Sacco realizza per il regista fiorentino i gioielli di scena per l’“Amleto”, con Glenn Close, Mel Gibson e Alan Bates. Ha inoltre creato i gioielli di scena per diversi spettacoli teatrali, tra i quali l’”Aida”, in scena all’Opera di Roma nel 1990, e il “Don Carlos”, con Luciano Pavarotti, in scena alla Scala di Milano nel 1992. Altri monili firmati Gerardo Sacco per il cinema si ritrovano nei film: “Immortal beloved” con Isabella Rossellini e Gary Oldman del 1994, in “Anna Karenina” con Sophie Marceau del 1997, ed in “Padrona del suo destino” del 1998 con Catherine McCormack e Rufus Sewell.

Gerardo Sacco ha realizzato diverse creazioni anche per trasmissioni televisive italiane: il “Drago alato” per Domenica in, il “Calice della salute” per Serata d’onore, la “Tigre” per Scommettiamo che…? gioielli vari per I fatti vostri, la Coppa con i gettoni d’oro per Numero Uno del 1994 con Pippo Baudo e Giancarlo Magalli. Ha operato anche per produzioni televisive, quali “Piccolo mondo antico” di Cinzia TH Torrini, “Orgoglio”, interpretato da Elena Sofia Ricci nel 2006 e “La freccia nera”, miniserie tv del 2007 diretta da Fabrizio Costa. Ha creato i preziosi ornamenti per il film di Virzì del 2007 “N (Io e Napoleon)” interpretato da Monica Bellucci e, nel 2010, per l’opera moderna “i Promessi Sposi”, regia di Michele Guardì.

Degna di nota la realizzazione, nel 2003, del carro che la Regione Calabria, accogliendo una proposta dell’Associazione Internazionale Magna Grecia, aveva deciso di far sfilare a New York, sulla Quinta Strada, per la parata del Columbus Day. In tale occasione, l’orafo crotonese riunì mirabilmente, in un suggestivo assemblaggio, Pitagora e i Bronzi di Riace “adottati” come testimonial della Calabria nel continente americano, a bordo di un’imbarcazione simile a quella che gli antichi mercanti delle colonie magnogreche, sviluppatesi sulla costa orientale della Calabria, usavano per i loro commerci nel Mediterraneo.

Sacco ha voluto legare il suo nome ed il suo lavoro anche alla tradizione dell’arte sacra italiana, di quella calabrese e mediterranea in particolare, realizzando numerose opere, commissionate per essere donate a sua Santità Giovanni Paolo II che ora fanno parte della prestigiosa raccolta custodita nei Musei Vaticani. Questo suo “eclettismo artistico” gli ha portato grandi consensi ed elogi di critica e di pubblico, tanto da farlo divenire un vero e proprio ambasciatore dell’arte orafa italiana.

Oltre che nel Complesso del Vittoriano di Roma e all’interno dei Musei Vaticani, i manufatti di Sacco trovano spazio in grandi eventi organizzati da diversi Istituti italiani di cultura all’estero: come quelli di Bruxelles, Lisbona, Copenaghen e Madrid. Più volte ospite, in veste di consulente, del Retail Jewelers of America; le sue creazioni sono apparse nelle più prestigiose gioiellerie di New York, Boston, Los Angeles e San Francisco, ed hanno varcato le frontiere dell’estremo Oriente a Singapore, Hong Kong, Bangkok e Tokio.

Nel 1989, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri Gerardo Sacco ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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