Antonio La Pergola (1931-2007) fu un politico e giurista italiano, già Presidente della Corte Costituzionale italiana. Nel luglio 1987, unitamente ad altrettante personalità della politica, del giornalismo e delle Università italiane, il professor La Pergola aderì al Primo Simposio dell’Associazione Internazionale Magna Grecia – presieduta dal giornalista e corrispondente da New York per la Rizzoli Corporation Gino Gullace – tenutosi nella Sala Protomoteca del Campidoglio di Roma, nel 1987.

Nato a Catania, iniziò il suo percorso di studi alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Catania e sotto la guida di Vincenzo Gueli, conseguì la laurea, divenendo ben presto un insigne studioso cosmopolita. 

Avvalendosi di importanti borse di studio, iniziò a svolgere le sue prime ricerche negli anni ’50, prima all’Università di Edimburgo e poi all’Università di Harvard, dove divenne Master of Laws.  

Fece ritorno in Italia nel 1959, conseguendo la libera docenza in Istituzioni di diritto pubblico e ottenendo così l’incarico di tale disciplina nella Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna. Contemporaneamente, insegnò Comparative Government nella sede di Bologna dell’Università John Hopkins. Nel 1962 vinse il concorso a cattedra di Diritto Pubblico Americano, venendo quindi chiamato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova. Fece ritorno a Bologna per l’insegnamento di Diritto Costituzionale, per proseguire la sua carriera da accademico, concludendola a Roma, nella Facoltà di Scienze politiche della Sapienza, con l’insegnamento di Diritto Costituzionale Italiano e poi Diritto Pubblico Generale. Nel corso di tutto il periodo di insegnamento, La Pergola, all’attività accademica, aggiunse un’intensa produzione scientifica, che rispecchiava gli insegnamenti di Harvard e del magistero di Paul Freud, Carl Friedrich e Hans Kelsen, con i quali lo stesso giurista instaurò un rapporto destinato a durare nel tempo. 

La Pergola venne conferito di molteplici lauree honoris causa, del titolo di professore onorario e di altri riconoscimenti internazionali.

Il giurista non esaurì mai la sua attività nel campo accademico, dandole seguito nella giurisprudenza e nei campi della politica. Così, nella seconda metà degli anni Settanta, venne eletto membro del Consiglio Superiore della Magistratura, incarico che lasciò nel 1978 quando il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, lo nominò Giudice, ed in seguito Presidente della Corte Costituzionale. 

Nel decennio successivo entrò a far parte del Parlamento Europeo (1989-1994), ove riuscì a manifestare il suo interesse per le forme di federalismo dei nostri giorni, di cui ravvisò la concreta applicazione anche nei Paesi dell’Europa dell’Est. Il pensiero lapergoliano su questi temi può leggersi in un saggio che, all’epoca, non mancò di lasciare il segno, specie in chi ne riconosceva l’intento di sistemare dogmaticamente la singolare figura delle comunità europee. A tal proposito, fece parte, come esperto, di numerosi organismi internazionali ed europei come la Badinter Commission, il Comitato dei saggi per la revisione del Consiglio d’Europa ed il mediation panel per la transizione dall’apartheidalla democrazia in Sud-Africa, insieme a Lord Carrington ed Henry Kissinger.

Divenne Avvocato Generale della Corte di Giustizia delle Comunità Europee fino al ’99, e Giudice della Corte fino al 2006. 

In qualità di Giudice Europeo partecipò ad un incontro di studio fra la Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia, svoltosi a Roma nel 2002, occasione quest’ultima che gli fu propizia per scrivere un importante saggio pubblicato nel 2003, nel quale prefigurava nell’Unione europea una Confederazione di tipo moderno, con le regole e le garanzie “che vediamo accolte in uno stato costituzionale e di diritto”. La stessa Corte Costituzionale Italiana si preoccupò di non ostacolare, con le proprie decisioni, le esigenze dell’integrazione europea. Pertanto “il giudice delle leggi”, con la sentenza 170/84, trovò un luogo d’incontro per superare le divergenze fra diritto interno e diritto comunitario, consentendo che venisse raggiunta “l’armonia tra diversi”

La figura del Professor Antonio La Pergola è rimasta impressa nella memoria di chiunque lo abbia conosciuto, essendo riuscito a trovare l’equilibrio tra gli scritti e l’attività istituzionale, opera prestata con impegno costante sino quasi alla sua scomparsa.

Condividi questo Post